Dall’e-mail alla crisi: viaggio dentro un attacco informatico aziendale
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Redazione Axitea
La vita notturna di un recapito urgente di un’azienda che ha un sistema di sicurezza collegato a una società di vigilanza privata può essere davvero complicata, soprattutto se continuano a pervenire segnalazioni di allarme che interrompono il meritato riposo.
Il recapito urgente è colui che viene indicato come persona da avvertire in caso di allarme proveniente da un sistema di sicurezza installato presso un sito protetto (uno stabilimento, degli uffici, …).
Tipicamente la chiamata dell’operatore di centrale al recapito urgente avviene in fascia notturna, tra le 22 e le 6, quando gli allarmi sono inseriti.
Anche qualora un sistema di allarme sia stato installato a regola d’arte, possono verificarsi situazioni ambientali non previste o dolose che portano a continui allarmi che, nella maggior parte dei casi, non sono indicativi di un tentativo di intrusione in corso.
Senza l’ausilio di allarmi qualificati, cioè di allarmi corredati da immagini che mostrano chiaramente cosa ha generato un allarme, il recapito viene svegliato diverse volte e, fino a che non viene completata una verifica dell’evento, rimane in uno stato di veglia e apprensione.
Ecco come può essere la notte tipo di un recapito urgente che riceve spesso chiamate per segnalazioni di allarme non corredate da immagini:
Ore 2:34 del mattino
Il cellulare vibra sul comodino. È la centrale operativa della società di sicurezza che sta chiamando, Paolo (il recapito urgente) si sveglia di soprassalto e capisce subito che è scattato l’allarme dello stabilimento produttivo. Lui è la prima persona che deve essere avvisata in caso di allarme.
“È scattato un sensore perimetrale sul retro dello stabilimento, ci sono persone autorizzate che sono presenti?”, domanda l’operatore di centrale, dopo aver chiesto la parola d’ordine al recapito urgente.
“No, non risulta nessuno”, risponde Paolo.
“Ok allora provvediamo a inviare pattuglia per verifica, rimanga in allerta, la aggiorniamo”, chiude l’operatore di centrale.
Ore 3:11
L’operatore richiama: “falso allarme. Non risulta nulla, possibile siano state delle scatole mosse dal vento ma senza immagini è solo un’ipotesi”.
Paolo torna a letto, sa già che riaddormentarsi sarà dura, ma dopo 35 minuti riesce nell’intento.
Ore 4:06
Nuovo allarme, nuova chiamata dalla vigilanza privata. Paolo risponde ma sa già tutto prima di rispondere. Sa che probabilmente potrebbe essere un nuovo falso allarme, tuttavia non riuscirà a dormire fino a che non sarà confermato che non si tratta di un’intrusione.
Ore 4:25
L’operatore richiama: “ancora nulla, abbiamo verificato porte ed entrate e non risultano intrusioni o effrazioni”.
Questa volta Paolo crolla subito, è davvero stanco e alle 6:30 deve alzarsi per prepararsi e andare al lavoro, farà anche lui una verifica per capire se qualcosa è stato sottratto.
Quella appena descritta non è un’eccezione, ma la regola per molte aziende che si affidano a sistemi di allarme tradizionali non integrati con tecnologie di verifica visiva. In un mondo in cui ogni secondo conta — per la sicurezza e per la qualità della vita — essere svegliati inutilmente può avere un impatto molto più profondo di quanto si immagini.
Ogni notifica è un potenziale rischio e il semplice “dovere di risposta” può diventare insostenibile.
Disporre di allarmi qualificati, ovvero corredati da immagini e video in tempo reale, consente di distinguere in pochi secondi un vero intruso da un falso allarme. Significa avvertire un recapito urgente solo quando serve realmente.
Ma non è sufficiente avere a disposizione un video o delle registrazioni, è necessario disporre di snapshot che mostrano l’esatto momento che ha generato l’allarme, senza che sia necessario andare avanti o indietro nel filmato.
Ciò è possibile oggi grazie alla videosorveglianza AI che trasforma le telecamere da strumenti passivi (che si attivano solo a seguito di un allarme) in sorveglianti attivi e sempre allerta (rilevando automaticamente le intrusioni, abbattendo i falsi allarmi).
Il fatto di disporre di allarmi qualificati e di avere la certezza che sul sito sia presente personale non autorizzato consente al Security Operation Center di mettere in atto azioni efficaci. Può allertare immediatamente, oltre che i reperibili e la pattuglia, anche le forze dell’ordine e può attivare delle azioni di dissuasione da remoto: azionando messaggi deterrenti live, illuminazione di potenza o sistemi nebbiogeni. Non è possibile fare tutto questo con allarmi generici “ciechi”.
Questo si traduce in un valore tangibile: maggiore sicurezza e miglior qualità della vita. Niente più notti passate in attesa di una telefonata che, nove volte su dieci, non porta con sé nessun pericolo reale. Ma vigilanza costante, supportata da tecnologia intelligente.
Oggi, grazie a soluzioni avanzate di videosorveglianza con analisi video basata su intelligenza artificiale e al supporto di Security Operation Center attivi 24/7, è possibile affidarsi a sistemi che inviano allarmi solo quando serve davvero. Un’evoluzione concreta nella gestione della sicurezza, capace di liberare tempo, attenzione e serenità per chi ha già abbastanza responsabilità sulle spalle.
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