Negli ultimi anni, gli attacchi informatici ai sistemi di Operational Technology (OT) sono aumentati in modo significativo, rappresentando una minaccia crescente per le aziende di produzione. Le aziende manifatturiere rappresentano il primo obiettivo degli hacker in Italia.
Questi sistemi, fondamentali per il controllo e l’automazione dei processi produttivi, sono diventati un obiettivo primario per i cybercriminali.
Principali forme di attacco ai sistemi OT
Ma quali sono le principali tipologie di attacco che un sistema OT può subire? Ecco le minacce più diffuse:
- malware: software dannosi possono infiltrarsi nei sistemi OT, causando danni, manipolando dati o rubando informazioni sensibili;
- ransomware: tipo di malware che crittografa i dati, rendendoli inaccessibili fino al pagamento di un riscatto;
- phishing e compromissione delle email aziendali: tecniche di ingegneria sociale mirate a ingannare i dipendenti, inducendoli a fornire accesso non autorizzato ai sistemi OT;
- attacchi DDoS (Distributed Denial of Service): sovraccarico dei sistemi con traffico malevolo, rendendo i servizi indisponibili e interrompendo le operazioni;
- attacchi vari tramite supply chain: i cybercriminali compromettono fornitori per introdurre malware nei sistemi OT delle aziende obiettivo;
- accessi non autorizzati e attacchi interni: personale interno o esterno ottiene accesso non autorizzato ai sistemi OT, spesso sfruttando credenziali deboli o vulnerabilità note.
Rischi per le aziende
Gli attacchi ai sistemi OT possono avere conseguenze devastanti, ecco i principali rischi:
- interruzione delle attività produttive: un attacco può bloccare intere linee di produzione, causando perdite economiche significative;
- danni alla reputazione: la compromissione dei sistemi può minare la fiducia di clienti e partner commerciali;
- rischi per l’incolumità fisica: la manipolazione dei sistemi di controllo può mettere in pericolo la sicurezza dei lavoratori e dell’ambiente circostante;
- furto di proprietà intellettuale: gli attaccanti possono sottrarre dati sensibili, come progetti e processi proprietari.
Esempi di attacchi in Italia
Conseguenze che risultano molto dannose, sia economicamente che a livello di reputazione, sono quelle derivanti da attacchi ransomware ad aziende produttive. Ecco alcuni casi recenti:
- febbraio 2025: un’azienda veneta leader nel settore mobili ha visto i suoi 350 dipendenti andare in cassa integrazione a causa di un blocco durato 8 giorni, fermando la produzione di mobili;
- febbraio 2025: azienda altoatesina produttrice di materiali da costruzione ha dovuto interrompere la produzione, un fermo durato 3 giorni;
- gennaio 2025: azienda nella provincia di Bologna attiva nel settore delle soluzioni per il controllo di qualità e processo in ambiente manifatturiero ha vissuto la compromissione dell’operatività di alcuni reparti, motivo per cui per i dipendenti impattati da questa problematica è stata attivata la cassa integrazione per almeno 7 giorni;
- gennaio 2025: azienda della provincia di Alessandria di prodotti di conversione dell’energia elettrica per telecomunicazioni e applicazioni industriali ha chiuso per 7 giorni attivando la cassa integrazione per i suoi oltre 300 dipendenti, a seguito di attacco ransomware;
- settembre 2024: azienda attiva nella produzione di elettrodomestici della provincia di Reggio Emilia, a seguito di un attacco hacker, ha dovuto interrompere quasi completamente le attività (inclusa la produzione) per almeno 3 giorni per evitare furto di dati sensibili.
Come detto, non si tratta solo di un rischio puramente economico, le ricadute sono anche di reputazione. Basti pensare ad esempio a:
- crisi di fiducia da parte di fornitori e clienti, impattati anche indirettamente da un attacco;
- presenza di notizie negative nel web, spesso visibili con una semplice ricerca del nome dell’azienda (senza quindi cercare volontariamente di correlare il nome dell’azienda all’attacco subito).
Perché gli attacchi ai sistemi OT sono in aumento
L’incremento degli attacchi ai sistemi OT è attribuibile a diversi fattori:
- convergenza tra IT e OT: i sistemi industriali sono ormai da anni legati a internet, l’integrazione crescente tra tecnologie informatiche e operative ha ampliato la superficie di attacco, esponendo i sistemi OT a minacce tradizionalmente associate all’IT;
- obsolescenza e mancato aggiornamento: molte apparecchiature industriali utilizzano sistemi operativi e software datati, spesso non aggiornati o non più supportati, rendendoli vulnerabili a exploit noti;
- aumento della connettività: la diffusione dell’Industrial Internet of Things (IIoT) ha portato a una maggiore interconnessione dei dispositivi OT, aumentando le potenziali vie di accesso per gli attaccanti.
Il ruolo di un Managed Security Service Provider (MSSP)
Per proteggersi efficacemente dalle minacce ai sistemi OT, le aziende devono avvalersi di un Managed Security Service Provider (MSSP) che offra servizi di IoT & OT Security. Un MSSP offre servizi specializzati, tra cui:
- monitoraggio continuo: sorveglianza 24/7 dei sistemi per rilevare e rispondere tempestivamente a potenziali minacce;
- gestione delle vulnerabilità: identificazione e mitigazione proattiva delle vulnerabilità nei sistemi OT;
- implementazione di misure di sicurezza avanzate: come segmentazione della rete, autenticazione multifattore e soluzioni di rilevamento delle intrusioni specifiche per l’OT;
- formazione del personale: awareness dei dipendenti sulle best practice di sicurezza e sulle tecniche di riconoscimento delle minacce.
Affidarsi a un MSSP consente alle aziende di mantenere un elevato livello di sicurezza, garantendo la continuità operativa e proteggendo sia le risorse digitali che fisiche in un panorama di minacce in continua evoluzione.
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