Axitea » Approfondimenti » Trasporto vaccini: come farlo in totale sicurezza?

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Redazione Axitea

Trasportare vaccini non è banale e non lo è mai stato, a maggior ragione oggi con una pandemia mondiale in corso. Il trasporto è lungo e complesso e una mancanza nel flusso delle varie procedure minaccia, in questo caso, l’efficacia del farmaco.

La movimentazione dei vaccini dai poli produttivi ai siti di somministrazione sta mettendo a dura prova gli standard di sicurezza adottati dalle aziende di logistica: “le compagnie incaricate di distribuire i vaccini negli Stati Uniti e in Europa stanno adottando davvero misure di sicurezza analoghe a quelle fin qui riservate al trasporto di denaro e lingotti d’oro” (America-Cina di Martedì 09 marzo (corriere.it)).

Il ruolo della cold chain nel trasporto vaccini

La security deve essere intesa anche come certezza che la cold chain – catena del freddo – non venga interrotta e non venga oltrepassato il parametro TOR (time-out of refrigeration time) che è il tempo massimo in cui il vaccino può rimanere fuori dal range di temperatura indicato dal produttore senza che venga compromesso. Per monitorare questo KPI è necessario utilizzare soluzioni basate su sistemi IoT installate sugli automezzi e soprattutto sui box utilizzati per il trasporto e collegati ad una piattaforma di monitoraggio.

Standard di sicurezza come alleati per limitare il rischio

Per il trasporto vaccini in Italia bisogna considerare anche i rischi associati alle aziende di trasporto. Secondo il database TAPA (Transported Asset Protection Association), infatti, sugli atti predatori più gravi avvenuti in Italia dal 2018 al 2020 risultano 349 eventi: circa il 45% di questi riguarda il furto della merce all’interno del mezzo o del magazzino, di cui gli ammanchi “dai rimorchi” sono quelli più frequenti (19% degli atti predatori). Solo il 13% degli “incidenti di sicurezza” riguarda il furto dell’intero mezzo.

In generale, per ovviare a ciò, esistono sono molti standard sulla sicurezza dei mezzi e della merce trasportata: in Italia le aziende di logistica seguono, ad esempio, lo standard Vanini e l’internazionale TAPA.

Lo standard VANINI definisce i requisiti di funzionalità degli impianti antirapina satellitari installati sugli automezzi, i protocolli di servizio delle centrali di controllo satellitare, dei vettori e degli autisti e i controlli periodici di funzionamento dei sistemi e di rispetto dei protocolli di servizio.

Lo standard TAPA è molto ampio e copre tutta la filiera logistica: tratta infatti della protezione degli edifici (magazzini, centri logistici) sia dal punto di vista della sicurezza fisica (videosorveglianza, controllo accessi, sistemi di sicurezza, sistemi di vigilanza) che cyber (assessment periodici), il controllo remoto degli automezzi (sistemi antirapina, controllo satellitare, ecc) e infine la sicurezza dei parcheggi.

Vi sono poi delle certificazioni di settore, come ad esempio la certificazione della filiera della catena del freddo che attesta la correttezza e la conformità del trasporto farmaci e ne impone gli standard. Il tutto agevolato se vengono adottate soluzioni di “gestione temperature”.

È fondamentale quindi rispettare questi standard, curando ogni aspetto della sicurezza partendo da un assessment completo su tutta la filiera di trasporto, per poi colmare i gap a livello di sicurezza con le soluzioni di protezione più idonee.

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